In data 04 giugno 2021, si è costituito il Comitato Promotore del Distretto BioSlow dell’Oltrepò ed è stato sottoscritto il Protocollo di Intesa che contiene le linee guida e gli obiettivi che si intendono perseguire. Il Comitato Promotore è partecipato e sostenuto da associazioni e aziende impegnate nella promozione dell’agricoltura biologica e di qualità, nella tutela dell’ambiente e dei consumatori e nella promozione dell’ecogastronomia. Il Distretto BioSlow dell’Oltrepò, partendo dalle realtà agricole del territorio, comprenderà imprese, associazioni ed Enti Locali, che condividono la scelta e l’impegno di promuovere un progetto di sviluppo sostenibile del proprio territorio: una sostenibilità da declinarsi in termini ambientali, economici e sociali.
L’emergenza climatica, l’emergenza sanitaria e l’emergenza economica che gravano sulle nostre comunità sono strettamente connesse tra di loro ed evidenziano l’urgenza di un cambio di paradigma, la necessità di adottare nuovi parametri e sperimentare nuovi modelli economici e sociali. Il Distretto costituisce l’ambito entro cui sperimentare un nuovo sodalizio tra “economia” ed “ecologia”, valorizzando la complementarità degli interessi tra i diversi soggetti coinvolti.
Il Distretto BioSlow dell’Oltrepò considera il cibo e l’agricoltura, biologica e contadina, come il riferimento da cui partire per un percorso di sviluppo sostenibile, poiché il cibo è coinvolgente e, nelle sue molteplici implicazioni, lega in modo stretto le persone, l’organizzazione delle comunità, la salute e la qualità della vita con le risorse naturali, la terra, la biodiversità, la loro gestione e salvaguardia.
L’agricoltura e le zone rurali svolgono oggi un ruolo che va molto al di là dell’accezione di settore produttivo convenzionale: significano ospitalità turistica, esprimono marchi di fama internazionale,implicano un’attenta gestione del territorio e dell’ambiente, la salvaguardia dell’ecosistema e di risorse preziose come l’acqua e l’aria, indicano nuove possibilità di approvvigionamento di energia, possono fornire materie prime ecosostenibili per altri settori produttivi (ad es. il tessile e l’edilizia), sono l’emblema di una corretta e sana alimentazione, rappresentano luoghi di svago, dove si conservano tradizioni e antiche culture.
Il Distretto BioSlow dell’Oltrepò considera l’agricoltura biologica non solo come metodo colturale, ma soprattutto come progetto culturale, capace di coinvolgere l’intera comunità per creare le condizioni utili a una migliore qualità della vita, con attenzione alla conservazione delle risorse, alla compatibilità ambientale, alla salute delle persone e alla valorizzazione delle differenze locali.
Il Distretto BioSlow dell’Oltrepò agisce come costruttore di reti, attivando connessioni anche tra soggetti economici diversi, a partire dall’integrazione tra agricoltura e settore agroalimentare con le attività del turismo e dell’accoglienza, facilitando le collaborazioni per rendere più sostenibile l’economia e la società, favorendo la definizione di nuove domande di ricerca, promuovendo l’applicazione delle nuove tecnologie, smart e sostenibili, ai processi di produzione, esplorando possibili sinergie tra i diversi attori, anche incoraggiando forme nuove di associazione e cooperazione.
Il Distretto BioSlow dell’Oltrepò vuole mettere in rete i territori di produzione, i territori rurali, con le realtà urbane, i territori di consumo: si vogliono creare ‘alleanze virtuose’ tra realtà diverse, ma interdipendenti, dalla cui collaborazione nascono vantaggi reciproci. I territori rurali, infatti, sono il serbatoio di cibo, di paesaggio, di legno e di verde a vantaggio delle zone vicine ad alta concentrazione abitativa e di tutta la collettività. Sono zone “vicine” dove i cittadini possono trascorrere il loro tempo
libero e le loro vacanze in ambienti custoditi e salvaguardati, grazie al prezioso lavoro degli agricoltori. Il Distretto BioSlow dell’Oltrepò condivide e fa proprie le indicazioni delle istituzioni internazionali ed
europee per quanto attiene il rispetto della compatibilità ambientale, come ad esempio l’Agenda 2030 e la strategia Farm to Fork, che è al centro del Green Deal europeo, indirizzata a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente.