Il territorio

L’Oltrepò Pavese è il territorio più a Sud della Lombardia:  i suoi confini sono definiti a Nord dal fiume Po, ad Ovest dal confine con il Piemonte, ad Est con l’Emilia Romagna e a Sud con la Liguria. Caratterizzato dalla forma a grappolo d’uva, è attraversato da sei torrenti che danno forma e nome ad altrettante vallate: Valle Staffora, Valle Coppa, Valle Scuropasso, Valle Versa, Val Tidone, Val Bardonezza.

La biodiversità

L’Oltrepò è caratterizzate da un elevato indice di biodiversità che lo rende di un inestimabile valore ed interesse, oltre che quindi una zona da preservare e tutelare.

La sua pozione a cavallo del 45° parallelo e l’alternarsi rapido di zone pianeggianti, collinari e montuose permette la presenza di un microclima unico che garantisce una ampia biodiversità biologica ( ad es. sono state censite ben 122 specie di farfalle, più del 40% di quelle italiane e il doppio delle specie che volano in Gran Bretagna).

Oltre a quella legata alle specie vegetali, animali, di microflora, contiamo tante altre forme di biodiversità agricola, culturale, gastronomica.

Il paesaggio

Nella zona pianeggiante troviamo alcuni grandi centri come Voghera, Casteggio, Stradella, Broni mentre la parte collinare è popolata da comuni di piccole e medie dimensioni, caraterizzati da castelli, torri e interi borghi in pietra. Nella parte più a Sud dell’Oltrepò, troviamo le cime montuose: Monte Lesima (m. 1724), Monte Chiappo (m. 1700), Cima della Colletta (m. 1493), Monte Penice (m. 1460),  Monte Rotondo (m. 1568) e Monte Boglelio (m. 1492).

Le tipicità enogastronomiche

La forma a grappolo del territorio richiama la sua miglior vocazione rappresentata dalla produzione di vini; occorre però ricordare che altre sono le produzioni alimentari caratteristiche: il salame di Varzi, la mostarda di Voghera, il Peperone di Voghera, il miele, i formaggi di capra, di pecora e di vacca, e un’enogastronomia ricca di cultura e tradizioni locali capaci di arricchire le tavole dei numerosi ristoranti, agriturismi, osterie e trattorie diffusi sul territorio.

La storia

Le rocce più antiche dell’Oltrepo risalgono a 43 milioni di anni fa e a 1 milione quelle più recenti; di 3000 anni è l’età del tralcio di vite fossile trovato a Casteggio, testimonianza dell’antichità di questa produzione tipica locale; a tale data si fanno risalire i primi insediamenti.
In epoca relativamente più recente sono certificati insediamenti di:
• Liguri Iriati: venivano dal golfo del Tigullio e dall’entroterra; furono i primi popoli a insediarsi nell’Oltrepò pavese, rimanendovi sino al IV secolo a.C.; essi fondarono sulle rive del torrente Iria (l’attuale Staffora), non lontano dalla confluenza nel Po, un villaggio che prese il nome dal torrente stesso. Iria, (l’attuale Voghera).
• Celti: giunsero nel IV secolo a.C., con le loro avanzate conoscenze agricole e l’uso del sapone;
• Romani: solo nel 222, con la battaglia di Casteggio, riescono a sconfiggere le popolazioni locali.
Le strade costruite dai romani favoriscono la fondazione e lo sviluppo di nuove città dove erano gli accampamenti militari, come ad esempio Romagnese, fondato dai soldati romani scampati alla battaglia del Trebbia contro Annibale.
Dopo l’impero romano, Longobardi e Franchi si avventurarono nella conquista del territorio e dal ‘900 famiglie locali si accaparrano colli e vallate, investiti dagli Ottoni, poi appoggiati dal Barbarossa per un’alleanza contro i Comuni della lega lombarda, fino alla sconfitta di Legnano.
L’Oltrepò Pavese nacque ufficialmente nel 1164, quando l’Imperatore Federico I concesse alla città di Pavia il diritto di nominare i consoli nelle località che costituiscono l’attuale Provincia.
Prima di allora l’Oltrepò Pavese non esisteva, né come entità politica né come entità amministrativa; in epoca romana gli unici due centri di una certa rilevanza erano Iria (l’attuale Voghera) e Clastidium (l’attuale Casteggio).
Ancora all’inizio dell’ottocento l’Oltrepò  era diviso ecclesiasticamente tra le diocesi di Tortona e Piacenza, con pochissime parrocchie dipendenti invece da Pavia.
Nel 1359 cadde, insieme a Pavia, sotto la dominazione dei Visconti di Milano e in seguito degli Sforza (sotto gli Sforza l’Oltrepò era governato da un Capitano con sede a Casteggio).
Nel 1499 il territorio pavese, comprendente l’Oltrepò, ebbe la qualifica di Principato di Pavia.
Dalla metà del XV secolo e sino al XVIII secolo l’Oltrepò rimase diviso in feudi; c’erano:
• piccoli feudi (detti camerali) dell’Oltrepò propriamente detto (l’originario dominio pavese); si trattava di feudi dotati di scarsa autonomia fiscale e giurisdizionale;
• grandi feudi dell’alta collina e della montagna, assoggettati dai duchi di Milano , ma ancora dotati di larga autonomia. Questi ultimi erano detti terre diverse; avevano ognuno una sorta di statuto speciale e vari privilegi. I principali erano i marchesati di Fortunago, Godiasco, Varzi e Pregola, nati (salvo il primo) dalla disgregazione del marchesato dei Malaspina, cui in gran parte ancora appartenevano; molto importante era anche il feudo di Bobbio, appartenente ai Dal Verme.
L’Oltrepò passò nel 1535 alla Spagna e nel 1713 all’Austria; nel 1743, col trattato di Worms tra l’Austria e i Savoia, fu separato dal Principato di Pavia e unito al Piemonte. Sotto i Savoia l’Oltrepò conobbe una grande espansione politica ed economica: divenne una provincia con capoluogo Voghera, il centro che era divenuto ormai il principale della zona e che in precedenza aveva a lungo, e inutilmente, cercato di affrancarsi dal dominio pavese; nel 1770 Voghera fu elevata a Città regia.
Con l’arrivo di Napoleone l’Oltrepò  fu diviso in due circondari: Voghera e Bobbio; fu unito prima al dipartimento di Marengo e poi a quello di Genova, appartenente all’Impero francese.
Nel 1814 ritornò ai Savoia con Bobbio e furono costituite due province: Voghera e Bobbio; nel 1859, dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, le due piccole province ritornarono a Pavia, ricostituendo così il principato da cui erano nate.
L’800 fu per l’Oltrepò un periodo di splendore e di relativa tranquillità, perché dopo secoli di scorribande si costruiva, s’investiva in vie selciate, ferrovie; comparvero i primi stabilimenti per la lavorazione del vino e a Stradella la prima fabbrica di fisarmoniche, invenzione di un artigiano trentino, Mariano Dallapè; si costruirono anche ospedali e, a fine secolo, si diffuse il cinema muto…
Nel 1923 il territorio di Bobbio fu staccato da Pavia e unito a Piacenza e in piccola parte a Genova.